L’eliminazione del superfluo nel mondo minimalista
CONSUMISMO E MINIMALISMO
Lo stile di vita minimalista, o minimalismo, è un approccio che sta guadagnando sempre più popolarità nel mondo di oggi dove sempre più persone abbracciano il concetto di vivere con meno.
In un'epoca caratterizzata dal consumismo sfrenato e dalla ricerca costante del "più", sempre più persone stanno abbracciando il concetto di vivere con meno e concentrarsi sulle cose che veramente contano.
Il minimalismo si basa sull'idea di semplificare la propria vita, eliminando gli eccessi e concentrandosi su ciò che è essenziale.
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Non si tratta solo di possedere meno oggetti materiali, vestiti, prodotti, gioielli ecc. ma anche di ridurre lo stress, liberarsi del disordine e creare spazio per le cose che portano gioia e significato nella nostra vita.
Attraverso l'eliminazione del superfluo, siamo infatti in grado di focalizzare le nostre energie su ciò che è veramente importante per noi, creando un senso di calma, chiarezza e contentezza interiore.
DALLA TEORIA ALLA PRATICA: IL MOMENTO DELL'ELIMINAZIONE
Come avevo già accennato nell’articolo: I primi approcci al minimalismo: cosa vuol dire diventare minimalista, oggi ti spiegherò il terzo passaggio ovvero il momento dell’eliminazione di tutto ciò che ci appesantisce nella vita e di come ho affrontato io questo momento.
Ci sono diversi libri che parlano di come riuscire a fare una selezione di ciò che realmente ci serve e scartare/buttare il superfluo.
Io personalmente mi sono trovata molto bene con questo metodo che avevo letto in un blog online e che cercherò di riassumere.
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LA SCELTA
Da cosa vuoi iniziare questa pulizia? Io ad esempio non possiedo molti libri, oggetti da cucina o accessori per casa, ma il mio più grande problema è lo shopping compulsivo di scarpe e vestiti.
Nel mio caso ho iniziato questa eliminazione del superfluo dalle scarpe, raggruppando in camera scarpe da ginnastica, stivali, stivaletti, sneakers di vario tipo, sandali, tacchi e infradito.
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DIVIDERE PER CATEGORIA
Dopo aver selezionato la categoria di oggetti da cui partire, è il momento di dividere per categoria: ho preso tutte le mie scarpe (più di trenta paia), le ho divise per tipologia (a destra le infradito, al centro le sneakers e così via) e mi sono fermata a ragionare e a chiedermi: “Cosa indosso spesso? Quali paia non utilizzo mai e quali scarpe non mi calzano più e/o sono rovinate? Quali ho comperato per sfizio o per colmare un vuoto emotivo istantaneo? Quali mi danno emozioni e non riuscirei mai a buttare?”
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LA SVOLTA (SI VENDE, SI REGALA, SI DA IN BENEFICIENZA)
Dopo qualche minuto ricco di pensieri contrastanti, sono partita con l’eliminazione delle scarpe rovinate e/o piccole che tenevo solo per un dispiacere nel privarmene.
Dopodiché mi sono dedicata a tutte quelle sneakers belle ma che non fanno parte del mio stile e che avevo comperato inutilmente (la maggior parte). Ho scattato le foto e le ho vendute su Vinted, nel giro di poche settimane mi ero liberata di quello che non utilizzavo, ricavandone anche un guadagno.
Tanti tacchi che avevo comperato per matrimoni o feste particolari li ho regalati ad amiche e a cugine.
In poco tempo, sono arrivata a liberare la mia scarpiera: da più di 30 paia di scarpe ne possiedo meno della metà: 2 sneakers, un paio di scarpe da ginnastica, 2 sandali, un infradito, 2 tacchi, 2 stivali per l’inverno, una ciabatta da tutti i giorni (11 in totale).
IL MAGICO POTERE DEL RIORDINO: I VESTITI
La stessa procedura l’ho utilizzata con i vestiti: ho diviso il tutto per tipologia partendo dai jeans, alle gonne, passando per i blazer, le camice e così via.
In questo caso, a differenza delle scarpe, ho deciso di ascoltare i consigli che avevo letto in un blog che parlava di Marie Kondo e del suo libro” Il magico potere del riordino” passando ogni vestito tra le mani, cercando di carpire le emozioni che quel vestito mi dava: “Mi piace? Mi sento valorizzata con questo capo addosso? Mi sento a mio agio?”
Mi ero resa conto in poche ore di quanto superfluo e caos regnava nel mio armadio e con questo pensiero che mi aleggiava in testa ho iniziato la pulizia/eliminazione di ciò che per me non era più necessario tenere: a fine giornata avevo riempito 3 sacchi di vestiti, tutti regalati in qualche giorno.
LE MIE EMOZIONI
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Da li a poco oltre a sentirmi più libera mi sono sentita anche in colpa, pensando a quanti soldi avevo speso ed ai sacrifici che avevo sostenuto per permettermi cose di cui non avevo bisogno.
Inoltre, la mia intenzione era di partire a breve per un viaggio portandomi solo l’essenziale, a differenza dei miei viaggi passati e delle valige di 30 kili che non riuscivo mai a chiudere.
Grazie a questo percorso mi sono promessa (e per ora la promessa è mantenuta) di non spendere più soldi in maniera compulsiva per oggetti che non mi servono realmente.
E' STATO FACILE APPRODARE AL MINIMALISMO?
No.
Prima di riuscire a compiere questa pulizia minimalista sono passate parecchie settimane in cui aprivo armadi e scarpiere e poi le richiudevo perché mi rendevo conto di non essere pronta psicologicamente a staccarmi da ciò che pensavo potesse rendermi felice.
Ma ero arrivata ad un punto di svolta nella mia vita, volevo smetterla di essere dipendente da cose materiali e facilmente influenzabile da pubblicità di marketing.
COME STA ANDANDO?
Per ora bene, soprattutto da quando ho iniziato ad utilizzare i social network in maniera più consapevole, senza copiare altre persone e modelli sbagliati che la società continua a proporre e propinare. Ora ho il mio stile, principalmente sportivo, pochi vestiti e scarpe, non ho bisogno di altro, non mi interessano più i brand e le marche.
Risparmio pensando al prossimo viaggio!
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